Chi legge i miei articoli sa bene che per me l’aratro è l’ultima carta da giocare, dal momento che da molti anni applico su tutti i tipi di terreno la minima lavorazione, con risultati economici sempre superiori a quelli che ottenevo con l’aratura. Sottolineo “risultati economici”, dal momento che per apprezzare le tecniche di minima lavorazione non bisogna guardare solo alle produzioni unitarie delle colture, bensì al conto colturale globale, che deve essere però fatto a regola d’arte, imputando con precisione tutti i dati necessari. Insomma, se si fanno bene i conti, l’aratro risulta troppo dispendioso.
La minima lavorazione richiede molte attenzioni
Tuttavia sono consapevole del fatto che applicare la minima lavorazione non è una cosa semplice e alla portata di tutti, perché occorrono prima di tutto le attrezzature giuste, e poi bisogna essere tempestivi, molto professionali e dotati di una certa flessibilità nelle decisioni operative.
Voglio soffermarmi su questo ultimo aspetto per raccontare l’esperienza che sto facendo su terreni molto argillosi dell’azienda “Meracinque”, dove sul mais adottiamo da qualche tempo la tecnica dello strip-till autunnale anche per utilizzare al meglio i liquami zootecnici.
Cosa succede se il meteo è sfavorevole
Ci siamo resi conto che se l’andamento stagionale decorre in maniera poco favorevole e anomala su un terreno decisamente argilloso, quando siamo in primavera la striscia di terreno lavorata può presentare una zollosità eccessiva per mancato effetto delle gelate, che non permette una semina a regola d’arte. Inoltre, se l’inverno porta eccessi di piogge, perdiamo buona parte dell’azoto che abbiamo localizzato.
Di conseguenza, quest’anno abbiamo adottato una tecnica di lavorazione “flessibile” che, pur nel rispetto della minima lavorazione, ci consentirà in primavera di prendere la decisione migliore in base all’andamento stagionale. Sugli stocchi di mais trinciato a fine agosto abbiamo fatto un passaggio su tutta la superficie con il coltivatore CLC di Kverneland, seguito da una leggera rullatura. Su questa superficie seminiamo immediatamente la cover crops Tillage Radish con la seminatrice Kverneland Optima HD con interfila 75 cm.
Raccolto il mais da trinciato, ecco come si presenta il terreno dopo un passaggio di CLC.
Il terreno dopo il passaggio con il rullo, pronto per essere seminato con la cover crop Tillage Radish.
Il Tillage Radish seminato con la Kverneland Optima HD e-drive all’inizio dell’inverno.
Bruno Agazzani